Aggiornato il 11 Ottobre 2023
La cravatta dello sposo: scopri tipologie, i nodi e come annodarla.
La cravatta dello sposo! Dedichiamo questo articolo al più popolare degli accessori maschili: la cravatta. Tradizionale, slim, plastron, papillon, sono le sue fogge più conosciute e altrettanto varie sono le tipologie di nodo che uno sposo novello ha a disposizione per ornare il collo della camicia. Quale cravatta scegliere per il giorno del matrimonio e come annodarla? Ve lo dice Coi Fiocchi.
Come vi abbiamo spiegato nel nostro articolo sugli abiti da sposo, nella moda maschile i dettagli sono fondamentali. Cosa sarebbe un bell’abito senza gli accessori giusti? La cravatta è uno di questi. Scopriremo tra poco che ci sono vari tipi di cravatte da cerimonia ma prima di tutto vedremo insieme qual è l’origine di questo accessorio.
Com’è nata la cravatta

Per capire come nascono tutte le tipologie di forme e di nodi tipici della cravatta, occorre un po’ di storia della moda: la cravatta attuale è l’evoluzione dell’antico fazzoletto in tessuto pregiato, spesso corredato di spillone, che i nobiluomini indossavano intorno al collo come una sciarpa, talvolta legata con un fiocco piano. Questa particolare sciarpa fu adottata nel Seicento dal Re Sole, che l’aveva fatta importare in Francia da mercenari croati della Guerra dei Trent’anni. Il termine “cravatta” ,infatti, deriva proprio da “croato”, in francese Croate, che nei secoli è poi diventato: “cravatta”. La croate ebbe un clamoroso successo nella corte francese così come in quella inglese e nel Settecento si diffuse anche tra la borghesia, sebbene con fogge più scure e meno sfarzose.

Nella corte francese la croate diventò presto il plastron, termine che ancora oggi utilizziamo per identificare la cravatta grossa e pesante, simile al foulard, che si indossa con il tight. Il termine plastron deriva dall’impiego originariamente militare di questo accessorio: veniva indossato sull’armatura e i suoi lembi penzolavano sul petto coprendone una parte, definita “piastra” (“plastron” in francese).
Il plastron si diffuse a macchia d’olio tra tutti i ceti sociali e, nell’Ottocento, conobbe il periodo di massimo splendore quando fu adottato dai dandy inglesi. Questi gentiluomini lo rinnovarono profondamente, dando vita a nuove forme e stili. È in questo periodo che nacquero numerosi trattati sull’arte di fare i nodi. In epoca Vittoriana comparvero i primi tessuti a fantasia con righe e pois e alcuni nodi che sono molto apprezzati tutt’oggi: il nodo Principe Alberto, dedicato al consorte della Regina Vittoria, e il nodo Vittoria, dedicato alla regina stessa. In epoca edoardiana, data la grande popolarità che questo accessorio stava ottenendo nel mondo dell’equitazione, il plastron iniziò ad essere chiamato anche: “Ascot”, in onore della celebre corsa dei cavalli. La popolarità del nodo Ascot crebbe a tal punto che questa denominazione valicò i confini dell’omonimo ippodromo, per imporsi poi sul termine francese.
Consigli per lo sposo: quale cravatta scegliere?
Ci sono diverse tipologie di cravatta a seconda del loro spessore o della loro lunghezza: cravatta classica, slim, plastron, papillon. Ne avrete senz’altro sentito parlare qualche volta. Qualsiasi sia la foggia scelta, la cravatta dello sposo, così come quella degli altri invitati, deve essere elegante ed impeccabile. Nelle cerimonie di nozze non deve mai “strafare”. La prima regola, dunque, è quella di bandire i colori troppo accesi e le fantasie estrose (la cravatta con i Simpson riservatela per l’addio al celibato).

La cravatta da sposo, così come il papillon e il plastron, deve essere in seta e annodata con cura sul momento
(mai presentarsi alle nozze con la cravatta con gli elastici!). Per quello che riguarda i colori, è preferibile scegliere le tonalità del blu, del grigio (meglio chiaro per lo sposo) o quelle più scure del rosso, come il marsala. Può essere in tinta unita o a microstampe, con motivi piuttosto sobri e piccoli, come pois e righine. La cravatta nera non è bandita, ma si utilizza per i matrimoni che si celebrano dopo le 18:00. La cravatta nera impone l’abito nero, preferibilmente lo smoking. Se avete deciso di sposarvi con il frac classico, ricordate che dovrete indossare una cravatta bianca o un papillon della stessa tinta. In tutti gli altri casi il bianco è sconsigliato poiché riservato alla sposa. Qualunque sia il colore della cravatta che sceglierete, ricordate di non abbinarla mai ai colori della pochette.
Un altro aspetto molto importante nello scegliere la cravatta per le nozze, è considerare la vostra corporatura: se siete alti e longilinei, potete optare per una cravatta slim (più sottile rispetto alla cravatta tradizionale) a cui farete un nodo semplice e sottile. Se siete più robusti o di statura non troppo elevata, optate per la cravatta classica di 8 cm, così come quella del testimone.
E adesso veniamo ai nodi. Come vi abbiamo accennato, ci sono dei veri e propri manuali che riportano l’arte di annodare la cravatta. Sono tante le varietà di nodo con cui potete legare al collo la vostra cravatta ma non tutti sono adatti ad una cerimonia nuziale. Quale nodo scegliere per una cravatta per matrimonio e come realizzarlo? Vediamolo insieme.
Il nodo semplice, il nodo doppio, il nodo Windsor : quando sceglierli e come farli?
Il nodo più facile da realizzare sulla cravatta dello sposo (e non), perfetto per una cravatta del tipo slim, è il nodo semplice. Il nodo semplice è l’ideale se desiderate un nodo sottile. Sempre per questo scopo molto importante è il tessuto della cravatta: sceglietene una in tessuto leggero e poco imbottita (purché sia sempre seta). Se volete realizzare un nodo più largo e morbido invece, dovrete scegliere una cravatta dal tessuto più pesante e imbottito.
Il nodo semplice si porta con tutti i colli di camicia, viene chiamato anche “four in hand” (tiro a quattro), dall’omonimo club londinese che lo avrebbe reso celebre.

Il nodo semplice va bene in qualsiasi tipo di occasione,tuttavia, se volete qualcosa di più formale ma altrettanto facile da fare, il nodo consigliato è il doppio semplice o “nodo Vittoria”, talvolta noto nella sua variante “Principe Alberto”. Questo nodo si adatta ad ogni tipo di camicia e di corporatura e ha il pregio di essere perfettamente simmetrico tra i lembi del colletto della camicia.

Alziamo il tiro con il nodo delle grandi occasioni: il nodo Windsor, chiamato così in onore del Duca di Windsor che lo ha reso celebre. Va bene con tutti i tipi di camicia (meglio se classica), ma se volete realizzarlo scegliete una cravatta bella lunga, in quanto i vari passaggi necessari per realizzarlo ne limitano la lunghezza. (Per questo motivo è consigliabile indossare un gilet).
Questo tipo di nodo è adatto alle corporature di altezza medio-bassa e, vista la consistenza del nodo, è sconsigliato se non si ha un collo fine. Ricordate che il nodo deve essere simmetrico e coprire il primo bottone della camicia.

Come annodare il plastron
Se per il vostro matrimonio avete scelto di indossare il tight (detto tait in italiano), potete sostituire alla cravatta tradizionale il già citato plastron o cravatta Ascot. Come indossare questo cravattone? Avete svariate possibilità. Il metodo forse più eccentrico, ma di sicuro il più raffinato, è il classico nodo Ascot che vedete in figura.

I due lembi possono essere lasciati cadere morbidi all’interno del gilet o essere fermati con uno spillone, che ne mantiene l’arricciatura soffice, nonché il volume. I lembi possono anche essere fermati dalla spilla l’uno sull’altro, in modo tale da creare un particolare effetto ad incrocio. Potete optare anche per il classico nodo a doppia punta, molto simile a quello di una sciarpa leggera.
Una possibilità meno “snob” e più moderna, è quella di legare il plastron con dei tipici nodi da cravatta come un Windsor o un Vittoria. L’effetto è quello di una cravatta più corta, voluminosa e arricciata, anche questa impreziosita dallo spillone. Questo nuovo impiego del plastron permette di indossarlo anche con un modello di abito più pratico e meno classico, come il mezzo tight.
Naturalmente le spille da abbinare al plastron dovranno essere importanti sì, ma sobrie, con una capocchia non molto grande. Vanne bene anche i fermacravatta. Ultimo ma non ultimo: il colore. Il plastron che si indossa con il tight deve essere di colore chiaro come il grigio perla o l’avorio.

Il Papillon: quando indossarlo e come annodarlo
Il papillon, o “farfallino”, nasce come accessorio per lo smoking alla fine dell’Ottocento, diventando ben presto icona di stile e di eleganza. Il Galateo impone di indossarlo nelle cerimonie serali abbinato all’abito nero, tuttavia, negli ultimi anni, il papillon è utilizzato anche nei matrimoni diurni come alternativa alla cravatta. È spesso abbinato alla camicia con sparato (un intarsio a piegoline che riempie il vuoto lasciato dalla cravatta). Per il papillon valgono le stesse regole della cravatta in quanto a colore e tessuto. Come la cravatta, il papillon non va abbinato al fazzoletto da taschino e deve essere sempre annodato manualmente. Di seguito vi mostriamo come realizzare il nodo papillon:

Adesso che avete le idee più chiare non vi resta che scegliere la cravatta dello sposo che fa per voi ed esercitarvi con i nodi, poiché:
“Una cravatta bene annodata è il primo passo serio nella vita.”
Oscar Wilde