Aggiornato il 2 Febbraio 2024
Qual è l’origine della festa di San Valentino?
C’è chi l’aspetta con ansia per dare libero sfogo alla sua passione per la cioccolata senza troppo pensare alla linea e chi la scansa come festività meramente consumistica: stiamo parlando di San Valentino, la festa degli innamorati, fatta per scambiarsi frasi d’amore, cioccolatini a forma di cuore e promesse per il domani. In questo articolo vedremo brevemente com’è nata la festa di San Valentino.
Come nasce San Valentino?
Chi era il San Valentino che tutti festeggiamo in questa data così speciale per le coppie? Il santo patrono degli innamorati, Valentino da Terni, è stato un martire della chiesa cristiana nonché protagonista di diverse leggende che lo vedono risolvere beghe tra fidanzati e propiziare unioni contrastate: lui sarebbe stato il fautore del matrimonio tra due “Romeo e Giulietta” ante litteram, ovvero la cristiana Serapia e il romano Sabino, il cui matrimonio era osteggiato dalle rispettive famiglie e che grazie all’intervento del Santo andò a buon fine. Proprio per questo è stato scelto per proteggere gli innamorati. La data del 14 febbraio come giorno a lui dedicato sarebbe stata istituita, senza che però vi sia la certezza storica di questo, da papa Gelasio I nel 496 per sostituirla ai Lupercalia, antichissima festa pagana in cui si celebravano riti di fecondità e di purificazione.
Uno dei primi autori letterari ad aver associato la celebrazione di San Valentino agli innamorati sarebbe stato il poeta inglese Geoffrey Chaucer, che in Parlement of Foules (Il parlamento degli uccelli), poema scritto nel 1382 in occasione del primo anniversario di fidanzamento tra re Riccardo II e Anna di Boemia, recita:
For this was on seynt Volantynys day
Whan euery bryd comyth there to chese his make
Anche nell’Amleto di William Shakespeare (atto IV, scena 5) il personaggio di Ofelia fa esplicito riferimento a questa associazione tra giorno di San Valentino e innamorati:
Tomorrow is Saint Valentine’s day,
All in the morning betime,
And I a maid at your window,
To be your valentine.
La prima valentina invece, ovvero il primo componimento in versi scritto per la propria amata e spedito in occasione di San Valentino, sarebbe invece opera di un re, Carlo d’Orleans, che nel 1415, mentre era rinchiuso nella Torre di Londra, dedicava alla moglie le seguenti parole:
Je suis desja d’amour tannè / Ma tres doulce Valentinée
Sempre da Londra proviene una delle più antiche valentine stampate: risale al 1797 ed è stata spedita da una certa Catherine Mossday a Mr brown di Dover Place, Kent Road. Riccamente illustrata, il biglietto della signorina Mossday reca anche una poesia in versi:
Since of this ever Happy day,
All Nature’s full of Love and Play
Yet harmless still if my design,
‘Tis but to be your Valentine
Nella capitale inglese, inoltre, venne scritto anche un vero a proprio manuale per comporre frasi d’amore per il giorno di San Valentino: si intitola The Young man’s valentine Writer, risale alla fine del 19° secolo ed era destinato ai giovani innamorati ricchi di passioni ma scarsi nell’ars poetica.
L’Inghilterra è stato il paese in cui per primo e più massicciamente si è diffuso, nel corso dell’800, l’abitudine di inviare le cartoline di San Valentino, che si potevano reperire stampate oppure realizzate a mano. Da qui l’usanza passò in America, soprattutto grazie ad una imprenditrice, Esther Howland, che nella seconda metà del 19° secolo iniziò dapprima ad importale dalla Gran Bretagna per poi avviarne una produzione negli Stati Uniti, dove si diffuse capillarmente.
Per molto tempo la festa di San Valentino ha significato, dunque, scambio di lettere e cartoline illustrate, ricche di versi d’amore. Nella seconda metà del XX secolo, invece, subentra dall’America l’abitudine di associarvi anche un dono (sebbene l’usanza di regalare i fiori sia molto più antica e risale già agli inizi del ‘700).
Che siano dolci o fiori, che vi sia o meno il regalo, che la nostra dolce metà sia o meno un poeta ciò che più conta, nella festa degli innamorati, è amarsi davvero, e sempre, perché come dice la poetessa Margareth Fuller: un bacio può rendere immortali.
“Be my valentine” significato
Non solo coppie di innamorati. “Be my valentine” è la tipica frase inglese che in italiano traduciamo con: “Sarai il mio San Valentino?” o “sii il mio San Valentino”. È un’espressione usata a San Valentino nei paesi anglosassoni per chiedere a qualcuno se vuole passare la giornata insieme scambiandosi dei regali. Per questo è tradizione portare le cartoline di San Valentino anche agli amici. Scambiarsi questa frase perciò non implica necessariamente che l’altra persona sia il vostro partner: è un modo per festeggiare l’amore in ogni sua forma.
Non solo festa di San Valentino: per tutte quelle coppie di innamorati che stanno per sposarsi e che cercano una partecipazione romantica che li rappresenti, lo studio Coi Fiocchi è a vostra disposizione.
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